Descrizione
La produzione: legno e pazienza
Il Fiore Sicano si produce ancora secondo un’antica tradizione, con i tipici attrezzi di legno.
Il latte di due mungiture si lascia coagulare per circa un’ora in una tina di legno detta “chiscuni”, a cui si aggiunge il caglio in pasta di capretto. La cagliata va rotta due volte: la prima con leggerezza, la seconda con forza, fino a ridurre i granuli alla grandezza di un chicco di riso. Poi la cagliata si separa dal siero, si raccoglie nelle forme e si mette a stufare su un tavoliere di legno con la scotta di ricotta. La stufatura ha una durata variabile e termina quando la cagliata raggiunge il giusto grado di acidificazione.
Dopo ventiquattro ore, il formaggio viene immerso nella salamoia. La stagionatura è l’ultima fase del processo di produzione del Fiore Sicano e può durare da sessanta giorni fino a venti mesi.
Un Fiore di bontà
La nascita del Fiore Sicano è accompagnata da una leggenda molto singolare. Pare, infatti, che questo rinomato formaggio tipico siciliano sia nato soltanto per errore. Si dice che il suo inventore non riuscì a lavorare correttamente il latte per la produzione dei suoi formaggi: gli avanzò della “tuma” che, per non buttar via, mise comunque nella forma, lasciandola a maturare.
Il casaro abbandonò la pasta e non si accorse della muffa che iniziava a coprire tutto il formaggio. Quando si rese conto che la “tuma” era ormai andata a male, decise di buttarla via, ma rimase molto colpito dalla pasta bianca e molle che venne fuori al taglio del formaggio. Incurante del possibile cattivo sapore della pasta andata a male, la assaggiò e fu colpito dal gusto energico di quel formaggio che battezzò Fiore Sicano.
Abbinamenti: grandi vini siciliani
Il gusto deciso del Fiore Sicano si accompagna molto bene ai vini della terra siciliana, sia bianchi che rossi. Particolarmente indicato l’accostamento di questo formaggio con il Grecanico e il Nerello Mascalese.
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